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La Mini ha cambiato il mondo delle auto, del design e il senso stesso della mobilità urbana rendendola contemporanea. 

Sir Alec Issigonis
la pensò come un’auto adatta ai tempi: consumi ridotti di benzina e dimensioni iper compatte, abbastanza spaziosa da accogliere 4 passeggeri e i loro bagagli.

MINI, presso la Triennale di Milano, ha presentato dal 13 aprile al 27 maggio 2018 la mostra Don’t Need A title. MINI, inspired by origins, narrando la storia di una delle più importanti icone dell’automobilismo e non solo, con un viaggio esperienziale attraverso il passato, il presente e il futuro del brand e il suo DNA.

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Quattro stanze in cui immergersi nei valori che compongono il codice genetico di MINI.

L’installazione SKY ABOVE che mette in evidenza il rapporto tra MINI e le esigenze urbane con le sue soluzioni salvaspazio. ISSIGONIS’ RHAPSODY pone MINI in un contesto di design più ampio, esplicitando le sue esplorazioni creative, e offre un tributo ad Alec Issigonis, il designer che l’ha progettata. MIRRORS & STARS rispecchia la sua attitudine di essere un’icona e di essere stata osannata e scelta nei decenni da personalità esse stesse iconiche. IN THE MAKING ci racconta la passione delle persone dietro la nascita di ciascuna MINI e la possibilità per ognuno di crearsi la propria. 

Nella mostra non poteva mancare la Concept MINI Vision Next 100, uno sguardo al futuro del marchio e della mobilità.

MINI e il suo DNA, ecco perché non serve un titolo: basta il nome MINI per capire le origini di un mito.

Triennale Milano

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